La pratica selvatica è la volontà di conoscere il mondo intorno a noi attraverso un’esperienza diretta, mediata dai propri sensi, dal proprio corpo. Scoprire l’argilla che ci circonda, toccarla, sentirla, significa riscoprire il nostro primordiale legame con la Terra e le sue trasformazioni, le rocce e gli elementi.
La pratica selvatica è prestare attenzione ed agire. Camminare, osservare, raccogliere, provare, conoscere. Affidarsi ai propri sensi e alla propria intuizione è un atto di grande libertà. Fare ceramica come pratica selvatica richiede che il sapere venga trasmesso al fine di ritrovare quella fiducia nei sensi e nel corpo che ci appartiene da sempre.
L’argilla è ovunque: sotto i nostri piedi, vicino ai fiumi e su per le colline . Bisogna però avere alcune nozioni di base per orientarsi nella ricerca e per imparare a riconoscerla. Trovare e utilizzare le argille locali è infatti un vero e proprio sapere.
Trasformare la materia intorno a noi in uno smalto ceramico unico ed irripetibile
A partire da argille, rocce e sabbie del proprio territorio, si possono creare degli smalti selvatici che racchiudono la geologia dei luoghi ed il legame che abbiamo con questi.
Imparare ad autoprodurre i propri colori a partire dalle terre e dalle rocce che ci circondano significa iniziare a guardare il mondo intorno a noi con occhi diversi: le parole non basteranno per descriverne le infinite sfumature di colori e di luce.
Lavorare l’argilla al tornio è un’esperienza difficilmente descrivibile a parole. Sono gesti e memorie del corpo che si imparano lentamente, con tanta pazienza, dedizione. Allo stesso tempo, è qualcosa di ipnotico ed estremamente attraente.